Sono una persona fondamentalmente privilegiata. Quando mi rendo conto del mio privilegio mi sento in un modo preciso:
fortunata. Collegamento logico e banale, direte voi, ma a quanto pare non per tutti è così. A volte, anzi direi spesso, le persone si indignano se qualcuno osa fargli notare che si trovano in una posizione privilegiata.
Mi piacerebbe che non ci fossero distinzioni di categorie nel mondo e nel mio piccolo mi impegno davvero perché ciò diventi la realtà, ma per il momento – purtroppo – non è così. Se sei bianco, sei privilegiato rispetto a chi è nero. Se sei etero, sei privilegiato rispetto a chi non lo è. Se sei uomo, sei privilegiato rispetto a chi è donna. Funziona così.
E no, non cominciamo a giustificarci dicendo No, per me siamo tutti uguali, io non faccio distinzioni, io qui, io lì. Vi credo, ovviamente. Vorrei davvero che tutti fossero come voi. Ma prendetevi un momento per essere sinceri con voi stessi e pensate a tutto il resto del mondo. Via questo io. Non si tratta di voi e neanche di me. Pensate a loro. Ora lo riuscite a vedere il privilegio di cui parlo?
E neanche penso che il privilegio sia qualcosa per cui dobbiamo vergognarci o sentirci in colpa, anzi. Dobbiamo solo educare la nostra consapevolezza.
Il nostro privilegio ci pone in una condizione di sicurezza. Possiamo usare questa sicurezza per continuare a vivere negli agi con gli occhi bendati oppure avere il coraggio di strappare via le bende e parlare. Lottare. Far valere i diritti di persone che non hanno gli stessi privilegi che abbiamo noi.
Nessuno vuole togliervi i lussi dentro cui vivete, ma sarebbe bello se anche qualcun’altro potesse godere degli stessi diritti che gli sono stati negati per la sola motivazione di non essere nato “sbagliato”.
Sarebbe bello sentire un bianco che dice “Lotto per tutti gli altri colori di questo mondo” o un uomo “Lotto per tutte le donne del mondo”.
Finché avrò il privilegio di parlare, io non starò mai zitta.
E tu?